Traduttore di Paolo, ma anche, e soprattutto, violento indagatore di se stesso, Testori ha intrapreso quest'opera con l'animo del poeta, non dell'esegeta.
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Contrapponendosi alle innumerevoli traduzioni della lettera di San Paolo che lo hanno preceduto nei secoli, rifiutando ogni forma di commento, interpretazione, spiegazione del testo, l'autore ha voluto e ha saputo restituire alla lettera piena autonomia e carattere originalissimo, permeandola al contempo del suo personale dramma di cristiano.