Il libro rappresenta, almeno in Italia, il primo tentativo di delineare il pensiero filosofico di Miguel de Unamuno (1864-1936) che, insieme a Ortega y Gasset, è una delle voci più originali del pensiero filosofico del Novecento, spagnolo ed europeo.
[...] Unamuno, pur avendo abbandonato il cristianesimo in favore di una posizione atea, conserva nella sua filosofia una complessa prospettiva religiosa, che si oppone alla visione di un Dio e di un'umanità considerate astrattamente. La maggior parte dei sistemi filosofici non considera il singolo individuo, ma un soggetto generale, nel quale non ci si può riconoscere: Unamuno rivendica la necessità dell'esperienza diretta della riflessione sulla propria vita e non sul vivere in generale e di un rapporto con un Dio personale, colto nell'articolazione dell'esistenza di ognuno. Il centrarsi sull'individuo, sulla concretezza della persona, rappresenta l'originalità del suo pensiero, il punto cardine della sua critica all'idealismo e al razionalismo.