Bonhoeffer appartiene a quella generazione di teologi nei quali la teologia, per la pressione della storia, si è modificata insieme alla biografia.
[...]
Il filo conduttore del volume è legato dunque al tempo e alle posizioni di Bonhoeffer, dall'infanzia "empiristico-borghese" alla morte, impiccato nel 1945 nel campo di concentramento di Flossenburg per aver partecipato alla congiura contro Hitler. La domanda che emerge è questa: la pace è semplicemente un dato di ordine storico con cui la teologia si deve confrontare, oppure il suo essere una sorta di "evidenza fondamentale" la elegge a sfida e criterio per la teologia? In altre parole la pace deve rimanere un capitolo conclusivo dell'etica o può essere messa al centro della teologia?