Nel "De vocatione omnium gentium" Prospero di Aquitania affronta le questioni della salvezza e della predestinazione, cercando di mediare tra le posizioni estremiste dei difensori del libero arbitrio (la dottrina pelagiana) e i sostenitori della grazia di Dio, seguaci di Agostino.
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Composta di due Libri, l'opera di Prospero affronta senza toni polemici il tema dell'intervento di Dio nella storia arrivando alla tesi dell'esistenza di un'economia di salvezza anche nell'èra precristiana. L'originalità e novità del "De vocatione" nel risolvere il problema della salvezza consiste nella concezione di una grazia generale distribuita universalmente a tutti gli uomini e nel rilievo dato al libero arbitrio.