Manas è un ragazzo innamorato delle pietre ed è un lanciatore sapienziale. Un giorno si imbatte in un grande della Storia ancora bambino: Alessandro il Macedone.
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Gli diviene amico ed entra a far parte della sua piccola corte: ascolta con lui le lezioni di Aristotele, impara a cacciare al suo fianco, gli è vicino nel sogno e nel progetto della grande conquista, lo accompagna nei giochi d’amore, anno dopo anno, fino a seguirlo, come capo dei frombolieri nella poderosa impresa persiana. Poetica e delicatissima, scorre parallela la vicenda di Zal, danzatrice sorda e muta dai poteri taumaturgici, chiusa in un silenzio che si trasforma in una nuova possibilità di comunicazione. E, sopra tutti, si svolge la goffa, inquieta e imperfetta esistenza delle divinità grottesche che abitano un Olimpo stravolto (a partire dal nome) e seguono annoiate la spedizione di Alessandro: dei in trasferta, indolenti e superficiali padroni del destino umano. Così vite celesti e terrestri si incontrano, si confondono e infine si dividono nell’abbaglio del sole di Persia, dove forse si nasconde un altro sguardo divino, o il senso di una diversa, imprendibile libertà.