Leggendo, riflettendo sui taccuini di Fosco Maraini - grandi pagine a quadretti ricoperte da una grafia minuta e serena - Dacia ricostruisce la personalità del padre: "Come cominciare un tuffo dentro questi taccuini paterni, che sono così vivi e ironici, che raccontano di sé parlando d'altro? Pullulano di osservazioni sul linguaggio, sulla storia, sulle religioni, sui costumi.
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Sono disseminati di poesie, di diari, di progetti narrativi mai portati a termine. Segno che la narrazione in lui era sempre latente, ma non arrivava al compimento". Un uomo straordinario. Bello, eccentrico, curioso, avido di vita, di conoscenza, di esperienze. E una figlia di eccezione che. si interroga su quali inclinazioni del carattere quel padre incredibile le abbia trasmesso, quali ferite, delicate eppure dolorose, le abbia lasciato dentro. Queste pagine restituiscono con ammirazione, con struggimento, con infinito amore e una punta di gelosia il sentimento più bello e tormentoso che un uomo o una donna possano provare: quello per le persone amate che non si potranno mai possedere completamente e per sempre.