È possibile "raccontare" la metodologia dell'osservazione diretta, "narrare" l'invisibile e l'inudibile che ogni relazione porta con sé? Raccontare, narrare, fantasticare, prima ancora che teorizzare e comprendere? Raccontare lo stupore e poi la compassione, l'allegria, la fatica e il dolore che l'accoglienza di pensieri e gesti sconosciuti suscitano nell'osservatore.