«Milano, gennaio 1958, in via Osoppo un gruppo di banditi travestiti da operai rapinano i seicento milioni di un portavalori. La più grande e audace rapina del dopoguerra segna il passaggio epocale dalla vecchia "mala", cantata poi da Svampa e Jannacci, alla nuova criminalità. Un episodio raccontato per la prima volta da uno dei protagonisti.
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Un avvenimento entrato nel nostro immaginario per come ha saputo incarnare il passaggio dalla malavita romantica milanese alle nuove batterie criminali, spietate e brutali. Divenuto ormai un libro di culto per appassionati di noir, crime stories e studiosi di storia contemporanea, Vita di un bandito rappresenta al tempo stesso una importantissima testimonianza storica, indispensabile per ricostruire le trasformazioni del secondo Novecento, avvenute in Italia e a Milano. Attraverso ricordi personali, immagini e materiali giornalistici dell'epoca, uno degli ideatori di quella rapina ripercorre tutta la sua vita. Un lungo viaggio in cinquanta anni di storia criminale italiana che tra riformatori, rapine, locali notturni e carceri di massima sicurezza, si conclude con la misteriosa amicizia con un banchiere svizzero incriminato per la morte violenta del banchiere Calvi.» (Dall'introduzione di Piero Colaprico).