Chanel salutò per l'ultima volta Claude Delay una domenica pomeriggio, sul marciapiede davanti all'hotel Ritz, dove abitava a Parigi. Morì poche ore dopo, sola, nella sua stanza. Era il 10 gennaio 1971.
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Il ritratto di Chanel scritto dalla Delay inizia così, "dalla fine", da un'intimità nata dieci anni prima nella boutique Chanel di rue Cambon, tra la grande signora della moda e una giovane cliente: una affinità divenuta nel tempo un'amicizia vera, quotidiana, senza segreti, cui Chanel si affidò con crescente fiducia raccontando di sé, delle ferite dell'infanzia, dei suoi abiti, dei successi e delle sconfitte. E, naturalmente, degli uomini della sua vita: il padre Albert, il grande e tragico amore Boy Capel, gli amanti famosi - il duca di Westminster, il granduca Dimitri Romanov, Pierre Reverdy, Paul Iribe -, gli amici celebri, come Djagilev, Picasso, Misia Sert, Cocteau, Colette. Il racconto di Claude Delay rappresenta un caso a sé nella lunga serie di libri dedicati a Chanel perché riproduce con assoluta fedeltà la "voce" stessa della creatrice di moda, le sue emozioni, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, senza intenti celebrativi, ma con l'obiettivo di far conoscere una donna che fu eccezionale, ma anche infinitamente naturale.