Statistica e demografia hanno conosciuto, nel periodo fra le due guerre, una forte espansione. Esse, infatti, sono state per la prima volta considerate strumenti fondamentali per l'azione dello stato.
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Nel caso particolare del regime fascista, ma in generale degli Stati-nazione, le due discipline si sono piegate all'esigenza di indirizzare, guidare e sollecitare le scelte dei cittadini in un contesto dove la volontà del singolo era subordinata agli interessi collettivi. Un'indagine sul rapporto fra demografia e Stato nella prima metà del '900, che illustra come un'intera classe dirigente abbia rinunciato alla propria indipendenza e abbia sostenuto le politiche fasciste, da quella per la natalità a quella di segregazione degli ebrei.