"Egregio signor Editore, nessuno le offrirà altrettanto sangue, altrettanti delitti altrettante mutilazioni di quanto farò io. Allora, si faccia coraggio, continui la lettura e si abbandoni all'esaltazione dell'orrore". Inizia così la lettera di un folle aspirante scrittore deciso a comparire nell'antologia dei migliori racconti del brivido.
[...]
La lettera si trasforma in un breve romanzo. Al centro, la piccola Anna, che scopre la madre mentre viene posseduta da un "effimero fornicatore": credendo che questi stia ferendo la mamma non esita a pugnalarlo, ripetutamente, a morte. Il riformatorio in cui Anna viene rinchiusa si tramuta, in breve, in un teatrino degli orrori nel quale sfilano, in chiave farseca, tutti i luoghi classici dell'orrore.