Nel giugno del 2000, sul lago Maggiore, si celebrano i funerali dell'uomo che ha tenuto i fili dell'industria e della finanza italiane per oltre quarant'anni: Enrico Cuccia. Il padrone di Mediobanca lascia un vuoto che molti aspirano a riempire.
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E i volti di chi è presente alla cerimonia funebre non lasciano dubbi sulle lotte per la successione che stanno per scatenarsi: da Cesare Romiti ad Antonio Fazio a Cesare Geronzi è tutto un guardarsi e studiarsi, prevedere mosse e anticiparle, stringere e sciogliere alleanze con l'obiettivo più o meno scoperto di guadagnare potere. Ma la storia non sarà così semplice. Perché gli ultimi cinque anni, complice la crisi della Fiat e quella più generale del paese, hanno portato sulla scena dell'economia italiana nuovi protagonisti, figure inedite come Stefano Ricucci o Giovanni Consorte, il cui ruolo forse nemmeno Cuccia avrebbe mai potuto prevedere; perché nel frattempo si è spento Gianni Agnelli, sono sprofondate nei debiti la Parmalat e la Cirio e ha preso invece a brillare la stella di Tronchetti Provera; perché al comando di Confindustria c'è Luca di Montezemolo, che non smette di invitare tutta l'imprenditoria di casa nostra a "fare squadra"; perché gli industriali del Nord, da Colaninno a Gnutti, non hanno rinunciato a far sentire la loro voce, mentre vecchi e nuovi banchieri, da Giovanni Bazoli ad Alessandro Profumo, confermano la loro influenza e il loro potere. E i nuovi, come Giampiero Fiorani, si affacciano prepotentemente sulla scena. Ripercorrendo vicende di alta finanza che ai più apparirebbero misteriose, se non fossero qui affabulate con il gusto lieve ma irriverente dell'ironia e l'attenzione agli aspetti più umani dei loro protagonisti, Paolo Madron racconta gli ultimi anni dell'economia e dell'imprenditoria italiane, non nascondendo le ombre e le difficoltà di un sistema che fa fatica a rinnovarsi e sempre più si mescola e si contamina con la politica e con le cronache mondane dei settimanali di gossip. E mentre sullo sfondo incombe il fantasma di nuovi giganti dell'economia, la Cina e l'India soprattutto, che sembrano poter schiacciare in pochi anni il sempre più piccolo mondo imprenditoriale di casa nostra, si avvertono i segni di un declino, che forse sarà solo il passaggio a un nuovo sistema di produzione, ma che si annuncia in ogni caso lungo e doloroso.
Sulla copertina: Da Cuccia ai furbetti del quartierino: miserie (molte) e virtù (poche) del capitalismo italiano.