Se Zanna Bianca avesse potuto prendere parola, raccontare le sue sensazioni, emozioni, la sua fame e la sua sete, la sua paura e la sua rabbia... Quello che Jack London non ha voluto fare, lo ha tentato, in questo romanzo d'esordio, Joseph Smith.
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Il giovane scrittore inglese, laureato in filosofia, ci fa entrare nella mente e nella vita di un cucciolo di lupo: solo come soli sono i predatori, nella foresta selvaggia e ostile; accecato dal bisogno, quando la fame e gli istinti stringono la loro morsa; prudente e astuto, quando la preda tenta di fuggire nei meandri della selva. Il lupo di Joseph Smith è mosso da un'unica guida: sopravvivere. Per lui il mondo si divide in cacciatori e prede e l'animale che sfugge alle sue zanne potrà un giorno trasformarsi in pericolo. Non sono ammesse, dunque, esitazioni. Solo un essere, d'un tratto, sembra sottrarsi a questa regola, una volpe: non rientra nelle leggi che il giovane lupo conosce. Non sembra pericolosa, non è appetibile; la volpe chiede al giovane lupo fiducia, gli offre aiuto, persino. Forse, questa volta, il lupo sta entrando nel rischio estremo.