Nabil fa il violoncellista a Baghdad, in uno scenario decisamente poco favorevole alla musica sinfonica: incompreso dai più, preso di mira dai salafiti, sente di essere un corpo estraneo al proprio paese. Decide perciò di fuggire, di andarsene in Europa.
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La sua fuga, però, prima di essere il solito odissiaco viaggio verso la libertà e la modernità, è il tentativo, sia pur solitario, di rimediare a una disarmonia: nella visione del giovane musicista spicca, infatti, luminosa, la costruzione della Città ideale vagheggiata da al-Farabi, il filosofo arabo del X secolo, ove lo stesso senso di giustizia ha come base fondante l’armonia musicale. A Bruxelles, nel cuore dell’Europa, Nabil incontra Fanny, una ragazza bella e disinibita che pare quasi avere il compito di introdurlo nella modernità e affrancarlo dalle angosce che gli hanno impedito di fare il musicista. Ma il passato di Nabil non è rimasto a Baghdad: anche a Bruxelles noti fantasmi vigilano sulla moralità delle fanciulle, controllano il rispetto del digiuno nel mese di Ramadan, raccolgono fondi per costruire nuove moschee e, soprattutto, riducono in frantumi i violoncelli, strumenti degli infedeli...