Rwanda, 6 aprile 1994. Il presidente della repubblica, Juvénal Habyarimana, viene assassinato: comincia allora - sotto gli occhi impassibili della comunità internazionale - uno dei più feroci genocidi della storia africana. Sarebbero bastati 5000 militari per fermare il massacro rwandese, ma la comunità internazionale decise di non inviarli.
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A partire da una puntuale cronaca dei massacri che hanno insanguinato il paese, Daniele Scaglione, per quattro anni presidente della sezione italiana di Amnesty International, affronta alcune delle contraddizioni più evidenti del conflitto: dall'ignorare le richieste di rinforzi del capo dei caschi blu Dallaire, al negare l'esistenza del genocidio; dalla gestione degli enormi accampamenti dei rifugiati, alla guerra con la Repubblica Democratica del Congo; dalle sentenze del Tribunale penale internazionale che avrebbe dovuto punire i responsabili del genocidio, ai tentativi falliti di dare vita a un processo di riconciliazione.
Un'analisi rigorosa che indaga da un punto di vista critico le responsabilità della comunità internazionale, un dietro le quinte del genocidio rwandese che analizza come sia stato possibile che pur essendosi create le premesse per fermare il massacro, la comunità internazionale abbia deciso di non intervenire e, successivamente, non abbia voluto aiutare il Rwanda a superare il trauma del genocidio.