La donna dell'orso è il racconto dell'avventuroso e disperato viaggio nella Siberia della Rivoluzione d'Ottobre di due orsanti italiani, girovaghi e ammaestratori di orsi.
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Tra attacchi di bolscevichi Rossi e controffensive di controrivoluzionari Bianchi, Michelazzo, della Val di Taro, insegue con la moglie Adina il sogno di una vita: trovare e acquistare un orso siberiano da utilizzare nei suoi spettacoli. Un sogno che si rivela una devastante follia. Per Michelazzo l'orso è «il suo traguardo, il suo limite, il suo ego: è lui stesso, dentro la gabbia della vita, costretto a ballare al suono di un organetto... quel viaggio è la sua vita, il suo destino, la sua allucinazione...» Per Adina una condanna: «si domanda perché l'infelicità deve venirle da un altro infelice, domato, condannato alla catena e alla museruola, e si chiede quale destino di donna sia il suo, costretta a competere con gli orsi per conquistare i sogni di suo marito...» La donna dell'orso segue per amore questa "allucinazione" fino ai limiti della sopportazione, fino alla tragica conclusione... Picaresca e simbolica, la narrazione segue il lungo viaggio dei due "artisti di piazza" alla conquista dell'orso, diventato mito, tra innumerevoli peripezie e difficoltà insormontabili. Una storia d'amore disperata, immersa nel fiume della grande storia, piccolo frammento di vicende personali nella grande tragedia che sconvolge un intero continente.