La caduta degli ottomani fu un evento epocale: per oltre sei secoli avevano rappresentato il più grande impero islamico al mondo. Negli anni precedenti il 1914 l'impero ottomano si trovò a dover fronteggiare gravi minacce, interne ed esterne, che lo indebolirono; fra queste, le mire espansionistiche russe minavano apertamente la sua sopravvivenza.
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Furono queste le premesse che spinsero gli ottomani a cercare la salvezza nell'alleanza con una potenza europea, una ricerca che li avrebbe attirati dritti dentro la Grande guerra. Con gli ottomani alleati degli imperi centrali, e lo stallo sul fronte occidentale, inglesi, francesi e russi escogitarono un piano audace per distruggere l'anello debole della Triplice alleanza e ottenere una veloce vittoria dell'Intesa: un'invasione senza precedenti della penisola di Gallipoli. Il nuovo libro di Eugene Rogan ricrea uno dei fronti più importanti ma spesso meno analizzati e compresi della Prima guerra mondiale, per restituirgli finalmente il posto che gli spetta nella storia del conflitto e del moderno Medio Oriente. Attraverso resoconti dettagliati e avvincenti delle principali battaglie, combattute nelle condizioni climatiche più brutali - dagli aridi deserti al ghiaccio e alla neve del Caucaso - prende vita tra le pagine un teatro di guerra che si dimostrò più crudele di ogni altro.
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