Leon Bloy "una sorta di crociato medioevale, trapiantato per sbaglio nel XIX secolo", secondo la definizione di Giuliano Vigini, è sicuramente uno scrittore inquietante, sempre in bilico tra l'orrore del male, identificato da lui nel mondo, e la nostalgia di Dio, bene sommo e unica felicità.
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Scrittore di grande talento, fa della letteratura uno strumento di battaglia: nessuno è risparmiato dalle sue violente invettive. Uno scrittore scomodo, quindi, che non suscita immediata simpatia; ma dai suoi scritti emerge anche tutta la sua tenerezza nei confronti di un Dio che ama l'umanità. L'antologia è divisa per temi, organizzati in ordine alfabetico per facilitare la ricerca tematica.