Instancabile narratore, sia per il numero di romanzi scritti (quarantasette), sia per la loro mole, sia per la preferenza riservata ai cicli di famiglie e di città in cui intrecciare avventure ricchissime di particolari, Anthony Trollope (1815-1882) è, assieme a Tackeray e a Dickens, un classico dell'età vittoriana.
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A differenza di gran parte della sua opera, Lady Anna non si colloca entro un ciclo. Lui lo considerava «il migliore romanzo che io abbia mai scritto! Molto migliore di tutti gli altri», eppure non ebbe il successo degli altri tra il pubblico dei contemporanei, per la ragione che lo rende a noi più interessante. Racconta di un intricato processo per il riconoscimento di un lascito ereditario e di un titolo nobiliare a una giovine, intorno al quale si accumulano vicende e peripezie di ogni tipo, e dietro il quale si cela e si muove in realtà una contesa ideologica: quella tra i diritti della nobiltà di nascita e le pretese del merito borghese. Un tema scabroso che i bravi vittoriani non amavano dover dibattere. Di Trollope questa casa editrice ha già pubblicato: Orley Farm (1999), La Canonica di Framley (2001), L'amministratore (2003), tutti inediti in Italia.