E’ la storia della sua psicoanalisi, che iniziò negli anni Sessanta, in un momento in cui la sua vita sembrava distrutta da continue emorragie mestruali e dall’abbandono di suo marito; lei aveva trenta anni.
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Attraverso il racconto del suo passato, Marie ricostruisce la sua vicenda personale, che rivive scoprendo negli avvenimenti a lei appartenuti nuovi significati di senso: da Algeri dove ha vissuto fino all’adolescenza, a Parigi; il rapporto con il padre assente e malato, con la madre tirannica, affascinante, ossessiva, ma profondamente fragile, vittima essa stessa dei suoi condizionamenti, dei valori del suo ambiente sociale. E la Cosa, il male, che confonde, che paralizza, che annulla il senso delle proprie azioni.