Anche in Italia, come in altre società europee, formazione di una base cognitiva, assetto organizzativo e mercato del lavoro, sono promossi o favoriti dallo Stato, interessato a controllare le attività dei ceti medi intellettuali.
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Non è così un caso che il fascismo abbia avuto un ruolo centrale nell'assetto delle libere professioni, conferendo a molte riconoscimento giuridico e dettando a tutte regole nuove. Questa ricerca costituisce una indagine approfondita sulle forme associative, l'organizzazione sindacale, giuridica e corporativa delle professioni "minori" e di quelle "classiche" dell'avvocato, del medico e dell'ingegnere, di cui cerca di valutare la sfera di "libertà" reale, la funzione loro attribuita dal fascismo e il consenso al regime.