La tecnica compositiva di questo romanzo si basa su uno dei più collaudati espedienti narrativi: l'agnizione, ossia la rivelazione finale della vera identità di un personaggio. Ma Hugo ne fa qui un uso spregiudicato, dissolvendola nel momento stesso in cui la realizza.
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Il protagonista, infatti, non può strapparsi la maschera dal volto: essa è il suo volto, prefigurazione di uno smarrimento dietro il quale si nascondono la presenza del nulla, l'inconsapevole disgregazione interiore. Per i suoi chiaroscuri gotici, l'atmosfera onirica e la spiccata visionarietà, per l'incisività dei suoi personaggi, squadrati in antitesi irrisolte, per la potenza della storia, in cui gli istinti primigeni e brutali convivono fianco a fianco con una tenera, luminosa umanità, L'uomo che ride suscitò disagio e sconcerto al suo apparire ed è tutt'ora un romanzo molto discusso.
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