Da Euripide a Seneca, da Pasolini ad Heiner Müller, Medea, la madre che uccide i propri figli, ha rappresentato sempre la potenza femminile estrema, portatrice di un potere quasi sovrannaturale.
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Agli inizi degli anni '20, Medea appare nell'opera Franz Grillparzer, spogliata dei tratti più eroici del mito e più ricca di sottili e moderne motivazioni interiori, più debole e apparentemente inerte nel suo confronto con il maschile, disposta a deporre per Giasone il proprio sapere magico e la sua parte barbarica. Ma quando la sua integrazione nella civiltà greca si rivela impossibile, anche la Medea di Grillparzer ritrova la potenza del mito nell'atto estremo della sofferenza, e consuma la sua vendetta con un gesto ben più tragico del suicidio.