Dopo "La casa delle bambole" questo è un altro romanzo di Ka-tzetnik 135633 ambientato nei campi di sterminio nazisti. Il protagonista è Moni, un Piepel, come erano chiamati i ragazzini che divenivano strumenti di piacere dei capi-blocco. Moni, dopo i "successi" dei primi tempi, finisce nel numero dei Piepel decaduti e destinati a essere barbaramente soppressi.
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Nella società di Auschwitz, mostruosa parodia di quella esistente fuori del campo, chi non ha una funzione è spacciato. In "Piepel" l'orrore domina costante e ossessivo: la fine più atroce cui vanno incontro gli internati mostra a quale grado di barbarie e abiezione possa giungere una società che abbia annullato ogni valore morale e civile.