Nel 1526 il podestà Bernardo Balbi, nella sua relazione al Doge (conservata nell'Archivio di Stato di Venezia), descrive l'assetto di Feltre -sedici anni dopo le distruzioni di Massimiliano d'Asburgo- sotto l'aspetto urbanistico, sociale, economico; passa poi in rassegna i valichi e i passi del territorio feltrino (a nord e a sud), valutandone la vulnerabilità.