Opera uscita nel 1961, costituisce il complemento ideale della celebre Teoria del dramma moderno (1957). L'obiettivo di Szondi è qui di definire l'essenza del "tragico", non tanto come genere letterario, secondo la tradizione della poetica aristotelica, bensì come concetto generale, attraverso la filosofia della storia del tragico.
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Nella prima parte Szondi esamina la posizione rispetto alla categoria del tragico di pensatori come Schelling, Hegel, Goethe, Schopenhauer, Nietzsche e altri fra i maggiori della cultura tedesca; nella seconda analizza magistralmente otto tragedie esemplari, l'Edipo re di Sofocle, La vita è sogno di Caleon, Otello di Shakespeare, Leo Armenio di Ryphius, Fedra di Racine, Demetrio di Schiller, La famiglia di Schroffenstein di Kleist e infine la morte di Danton di Buchner.