I saggi raccolti in questo volume - i più importanti nella produzione filosofica di Dilthey - si suddividono in due gruppi.
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Il primo contiene la formulazione più matura di quella «critica della ragione storica» che costituì il nucleo del programma filosofico di Dilthey fin dagli anni giovanili, e al tempo stesso segna il passaggio a una «critica storica della ragione», cioè a una teoria della storicità del mondo umano fondata sul presupposto della sostanziale identità tra la vita e la storia. Il secondo gruppo sviluppa il tema della storicità della filosofia, in quanto espressione - al pari dell'arte e della religione - della «visione del mondo», cioè di una concezione complessiva della realtà comune alle diverse manifestazioni culturali di una medesima epoca. A questi due temi fondamentali, e tra loro complementari, è legata l'influenza che Dilthey ha esercitato sulla cultura filosofica del Novecento, e in particolare su Martin Heidegger, nella dirczione di una «filosofia della vita» d'impianto storico e di una «filosofia della filosofia» sottratta a ipoteche metafisiche.