Racconto, memoria, saggio. Tre dimensioni che in questo libro si incontrano, si fondono, dialogano, per offrire un posto non solamente privato e intimo alla storia di una famiglia, e al suo carattere di esmplarità. Una grande famiglia contadina attraversa i decenni del Novecento, vivendo l'intera parabola, dall'apogeo al tramonto, del mondo dal quale proviene.
[...]
Una comunità parentale percorsa da grande vitalità; ma anche da drammi e dolori che, soprattutto a partire dagli anni Settanta, ne segnano la storia. Il libro è -e non potrebbe essere altrimenti- una dichiarazione d'amore per la civiltà e il mondo contadini. Ma non è un'operazione della nostalgia; anzi, la nostalgia come sentimento che pervade la nostra cultura e la nostra esistenza ordinaria è un bersaglio critico esplicito di questo racconto-saggio.
