Il presente volume Storia dell'Europa, 1848-1918 segna una novità nell'ambito delle pubblicazioni di Ernst Nolte.
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Dagli anni della polemica revisionista, infatti, l'attenzione editoriale e giornalistica si è concentrata esclusivamente su Nolte come storico del totalitarismo novecentesco, lasciando in tal modo in ombra il più vasto orizzonte interpretativo da cui egli muove e da cui provengono gli elementi più importanti e significativi delle sue interpretazìoni.
Questo libro colma dunque un'importante lacuna. In esso, infatti, l'autore punta direttamente l'attenzione sugli elementi originari della società e della politica novecentesche, andando alle radici di quello che Nolte stesso ha definito il "sistema liberale". Prendendo le mosse dalla data che segna l'apogeo del rivoluzionarismo liberale e "borghese", il 1848, Nolte pone in rilievo le principali linee di forza secondo le quali si sviluppano, per poi entrare lentamente in crisi, le istituzioni nazionali e internazionali che caratterizzano la civiltà liberale, fino al gigantesco punto di coagulo di tali tendenze costituito dalla Prima Guerra Mondiale. La "Grande Guerra" è, infatti, esposta e interpretata sia nei moventi della sua deflagrazione, sia nelle modalità del suo inaudito e imprevedibile svolgimento, sia nella sua disastrosa conclusione sul piano diplomatico: la pace di Versailles, così gravida di conseguenze nei decenni successivi.
Quest'opera di Ernst Nolte si presenta come un'avvincente e al contempo critica introduzione alla storia europea del secondo Ottocento e del primo Novecento. Ma altresì essa si candida a fungere da strumento di comprensione di un fenomeno tipicamente novecentesco: la crisi generalizzata del modello politico-economico liberale che ha condotto all'insorgenza dei totalitarismi con i tragici esiti di persecuzione, distruzione e sofferenza che tutti conosciamo.