Un gruppo di ultrasessantenni organizza un ciclo di conferenze per spiegare agli adolescenti cos'è la vecchiaia. Non commiserano se stessi, non sono lamentosi né rancorosi.
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Raccontano le loro esperienze con vivacità perché i ragazzi sappiano che concepire gli anziani (anzi i vecchi, dato che i protagonisti del libro non amano gli eufemismi) come "vuoti a perdere" taglia alla radice ogni discorso educativo, toglie speranza a bambini e giovani, prospetta una vita senza anima né etica. Se perdiamo la memoria (sostiene l'autore attraverso la voce dei suoi protagonisti) non abbiamo futuro, e il suo presente si riduce a uno sforzo disperato per restare sulla cresta dell'onda.