Una rigorosa ricostruzione storica di una importante azienda della seconda città lombarda ad opera di uno storico bresciano che nelle sue conclusioni mette in evidenza che l'ambiente e la popolazione della città sono stati lentamente e quasi impercettibilmente, ma gravemente avvelenati, da una fabbrica che pure aveva offerto numerosi posti di lavoro.
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Il messaggio più importante del libro, dice Giorgio Nebbia nella sua presentazione che colloca la questione dei PCB della Caffaro nell'ambito delle produzioni della chimica industriale del Novecento e in particolare dei cloroderivati, è l'invito a nuovi rapporti tra popolazione, imprese produttive, lavoratori e pubblica amministrazione.