Aleksandr Cajanov (1888-1939) è stato un economista russo e a lui si debbono studi sull'economia contadina e sulla cooperazione agricola. Ingegno originale e indipendente, finì vittima del terrore staliniano. Ma se il nome di Cajanov è noto agli economisti, egli fu anche un interessante narratore, ricco di inventiva e fantasia.
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Ne è prova questo "Viaggio di mio fratello Aleksej nel paese dell'utopia contadina", pubblicato a Mosca nel 1920 con lo pseudonimo di Ivan Kremnev. Tra le opere narrative di Cajanov, che Leonid Certkov per la prima volta analizza in un saggio scritto appositamente per l'edizione italiana, il Viaggio è quella meno "libera", tutta impegnata com'è nella difesa di un'immaginaria repubblica contadina russa. Ma proprio questa viva fusione degli interessi del letterato, del politico e dell'economista conferisce a quest'opera una pregnanza e un fascino particolari e apre il testo a vari registri di lettura: pamphlet bizzarro e appassionato, ma anche visione imprevista e suggestiva di una Mosca avveniristica e rurale insieme, capitale di un'Utopia agraria che si presenta come modello alla superurbana America e lotta vittoriosamente contro l'agguerrita Germania. "Come tutte le utopie, anche l'utopia contadina di Cajanov-Kremnev (scrive Vittorio Strada presentando quest'opera) è a doppio taglio: stimola il pensiero critico e disegna sogni illusori.