Il primo libro di una serie di dodici gialli, "Assassinio di lunedì" è un racconto nerissimo e amaro ma pieno di calore e umanità. Da uno dei grandi maestri della letteratura danese una Copenaghen inedita, tratteggiata con la maestria di un poeta e lo sguardo di un instancabile flanêur. Una sera buia e piovosa d'inizio gennaio.
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Un giornalista senza nome, assorto nel pensiero di una prossima e inattesa paternità, porta a passeggio il suo spleen per le strade solitarie di Copenhagen quando un grido pieno d'angoscia gli gela il sangue nelle vene. Si precipita, ma scopre troppo tardi che una giovane donna e stata strangolata. La polizia non trova tracce da seguire: la vittima è una ragazza come tante, senza storia e senza passato, proprio come quella in cui il giornalista s'imbatte il lunedì successivo, anche lei strangolata. Solo un caso? Il giornalista e il suo amico commissario si spalleggiano nella ricerca della verità. E quando - il lunedì dopo - un nuovo delitto ha luogo e la città è in preda al panico, decidono di allestire una trappola. Un romanzo che raccoglie varie vicende al suo interno, decine di piccole storie che si trovano a ogni angolo della grande città, e che Dan Turèll riporta con stupore, ironia, umanità e acuto senso d'osservazione, con un linguaggio fluido ma molto elaborato, ricco di notazioni tra il cinico e il sarcastico.