Anne Dufourmantelle, la curatrice di questo saggio, interroga il filosofo sull'argomento dell'ospitalità, ma anche sull'ostilità dell'altro, dello straniero che invade e occupa il territorio sentito come privato.
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Ponendosi come soggetto al quale l'esistenza dell'alterità impedisce di chiudersi attorno alla propria quiete, Derrida, medita confidenzialmente sulle denunce, le urgenze e le sofferenze del nostro tempo e ne fa racconto filosofico, tentando di disegnare i contorni di una geografia della prossimità. Dalle riflessioni sulla memoria, l'esilio e il confine alla denuncia della collusione tra ospitalità intesa in senso tradizionale e potere, fino al problema dell'Europa alle prese con le migrazioni.