Il protagonista di "Kamikaze d'Occidente" è uno scrittore precario non ancora quarantenne. Squattrinato cronico, per dedizione all'arte tira su le sue mesate grazie a un giro di clienti: le donne lo pagano per passare la notte insieme, per fare una passeggiata, per litigare. Tutto ha una tariffa, una traduzione in soldi.
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Un giorno però riceve una proposta da un oscuro personaggio che si presenta come funzionario culturale del governo cinese: deve scrivere un libro su di sé, per dimostrare la decadenza dell'Europa e giustificare l'imminente invasione, non solo economica, da parte della Cina. A meno che, nella sua vita e in quella di tutti, lo scrittore non rintracci almeno un grammo di passione. «Al mio protagonista accade qualcosa di paragonabile a quel che succede a Josef K. nel romanzo di Kafka: scopre di essere sotto processo da parte di un'autorità potentissima: solo che a trovarsi in queste condizioni non è solo lui, ma tutto l'Occidente. E come K. nel "Processo", anche lui cerca aiuto nelle donne. Lo fa con altrettanto slancio e disincanto». Così scrive Tiziano Scarpa nella postfazione a questa nuova edizione del suo romanzo più libero. "Kamikaze d'Occidente" rifiuta infatti le convenzioni e le consolazioni, e rimane ancora oggi un romanzo inclassificabile - come solo i veri romanzi sanno essere che incrocia comicità, meditazione, verità, invenzione e sesso.