Con una campagna lanciata da Stile libero nella primavera del 2002, Giuseppe Caliceti e Giulio Mozzi hanno invitato le madri e i padri italiani a scrivere una lettera ai propri figli e alle proprie figlie. Questo libro è il risultato di un lavoro di scelta e di collage, ricordi e inviti, segreti grandi e piccoli, sfoghi, paragoni tra l'infanzia e l'adolescenza di un tempo e quella di oggi.
[...] Molti padri di diversa età e provenienza raccontano in prima persona, con semplicità e coraggio, le preoccupazioni e le delusioni legate al loro "mestiere di genitori", i timori e le disillusioni, gli sforzi e i contrasti, le incomprensioni, i tentativi e, a volte, gli errori. Ma raccontano anche le loro soddisfazioni e felicità, il senso di pienezza e riconoscenza e orgoglio, le certezze della propria esperienza, le speranze nel futuro, la voglia di tenerezza. E, infine, la difficoltà ad allontanarsi da chi si è generato e le apure di ogni essere umano che invecchia: di restare in solitudine, di essere abbandonati, di morire. Nel 1998 Giuseppe Caliceti e Giulio Mozzi avevano raccolto in "Quello che ho da dirvi" le lettere di ragazzi e ragazze italiani ai loro genitori. Ora gli stessi curatori hanno costruito un secondo libro-collage raccogliendo le lettere di tanti genitori che, rivolgendosi ai figli, rivelano aspettative e speranze, motivano le ragioni dei conflitti, cercando di dire con le parole scritte - quindi meditate e lente - ciò che nelle parole parlate non si riesce a dire.