Il grande scrittore nigeriano Chinua Achebe ha scritto che «L'ambigua avventura di Cheikh Hamidou Kane è un grande romanzo africano e insieme una storia tra le più potenti della colonizzazione europea dell'Africa.
[...]
L'ambigua avventura compie l'impresa inusuale di intrecciare una grave disputa filosofica tra l'Africa musulmana e l'Europa cartesiana con la tragica storia umana di un popolo all'interno di una battaglia persa tra civiltà».
Il romanzo di Kane è itinerario spirituale di un'iniziazione, autobiografia interiore e saggio morale in forma di dialogo. Risale al 1952, ma è stato pubblicato solo nel 1961, e ha ricevuto un anno dopo il Gran Premio Letterario d'Africa Nera d'espressione francese.
È la storia di uno dei tanti giovani africani, approdati alle rive dell'Occidente in cerca di soluzioni definitive, attirati dal miraggio di un riscatto dalla miseria, dal dolore, dalla fatica, abbagliati dalla luce di una civiltà che permetteva di «vincere senza avere ragione», e disposti a pagare, anche a prezzo della loro identità, la «formula magica» dei bianchi. Ora, dalle nostre fredde rive, si accorgevano che il miraggio era stato illusorio e si domandavano, con angoscia, se non avessero perduto più di quanto avevano guadagnato: la pienezza dell'essere che si sente in comunione con la terra e i morti, con le forze cosmiche e con Dio, parte integrante di un tutto compiuto e definitivo, che ha senso e valore.