I due saggi dedicati alla pala d'altare e al ritratto, furono scritti tra il 1893 e il 1895 e pubblicati postumi nel 1898. Rivisti sulla base dei manoscritti originali e corredati di un accurato apparato critico sono l'esito più elaborato della concezione burckhardtiana della storia dell'arte.
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Affrontando da una prospettiva inedita lo sviluppo della pittura italiana, i due lunghi saggi sono tesi a dimostrare che la storia dell'arte è la storia stessa della cultura, in cui i generi artistici assumono un significato paradigmatico. Muovendo dal rapporto tra pala e liturgia, tra immagine e culto, tra pittura e spazio architettonico, tra committenza e ritratto, Burckhardt raggiunge esiti ancora oggi insuperati nell'ambito della storiografia artistica.