Laura vive a Firenze, è addetta stampa di un parlamentare, ha un compagno con cui tutto va bene e una vita piena di lavoro, quando scopre di essere incinta.
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Attraverso il conflitto quotidiano con montagne di problemi pratici, le riflessioni rubate nei ritagli di tempo, le chiacchierate con le amiche, i colleghi, le madri, le suocere, Laura si costruisce il mosaico del proprio ideale di maternità, lontano dalla retorica e dai luoghi comuni. Il romanzo di Lidia Castellani ci propone una nuova figura di madre, quella per cui un figlio non è più un ostacolo alla libertà femminile, non rappresenta solo un arricchimento affettivo, né un mero omaggio all'istinto di riproduzione, ma è una tappa della propria crescita psicologica ed esistenziale. La maternità diventa la conquista lenta e consapevole di una nuova identità, tutt'altro che scontata per le donne con la testa e le giornate piene di cose da fare.