Scrittore aggressivo, emblematico di una cultura basata sul rituale, Mishima uniformò il suo stile di vita ai precetti degli antichi samurai, eccellendo nelle arti letterarie e in quelle marziali, pur rimanendo il più 'occidentale' degli intellettuali giapponesi.
[...]
L'intreccio di arte e di azione, la tragica coerenza del personaggio, l'originalità degli esiti letterari spiegano la sua posizione di primo piano nella letteratura giapponese del Novecento. I dieci racconti di "Morte di mezza estate" introducono ai temi fondamentali della sua opera e a una ricerca estetica che dà vita a un linguaggio ora prezioso ora freddo e lineare. Tra i racconti spicca "Patriottismo", profetica anticipazione letteraria del suicidio di Mishima.