Nel 1952, a 23 anni, Ernesto Guevara e il suo amico Alberto Granado lasciano l'Argentina per girare in motocicletta il Sudamerica. Otto mesi dopo, Guevara ritorna cambiato. Il libero giramondo è diventato un rivoluzionario. Quello che tutti crediamo di conoscere, ormai icona del nostro tempo.
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Cinquant'anni dopo, armato di poco più che un taccuino e una copia del celebre diario di viaggio del Che, Patrick Symmes, americano liberal di ampie vedute, parte a sua volta, su una BMW R80 G/S, per scoprire che cosa c'è dietro l'icona. In cerca delle persone e dei luoghi incontrati da Guevara. Sulle strade dell'Argentina, Cile, Perù e Bolivia. E il sapore glorioso della strada aperta e ignota, sulle Ande o nel deserto argentino, seguendo il proprio desiderio di conoscenza, diventa una miscela a tratti esilarante di reportage e storia, la scoperta della realtà contraddittoria del "continente desaparecido". Il cui precario presente non ha dimenticato i graffi profondi dell'utopia. Nel 1997, mentre Cuba si prepara a celebrare il trentesimo anniversario della morte di Ernesto "Che" Guevara, Symmes, giornalista statunitense, intraprende un lungo viaggio su due ruote per il "continente desaparecido", attraverso Argentina, Cile, Perù e Bolivia. Liberal di ampie vedute ma pur sempre cittadino di un Paese in cui il "Che" è considerato poco più che un terrorista, l'autore ripercorre la celebre spedizione in motocicletta intrapresa da Guevara nel 1952.