A Città del Messico una giovane donna, una Emily Dickinson del XXI secolo con due figli piccoli e un marito che forse la tradisce, lotta per riconquistare un suo spazio fisico e mentale. Scrive per ricordare di quando viveva a New York e lavorava come editor di una casa editrice alla ricerca di perle dimenticate della letteratura latinoamericana.
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Un giorno, nella biblioteca della Columbia University, scopre che negli anni Venti il poeta messicano Gilberto Owen aveva vissuto a pochi isolati da casa sua. Da quel momento in poi ciò che prima era semplice interesse diventa un'ossessione e il fantasma di Owen si trasforma da fugace visione a presenza costante nella sua vita. Il poeta e la ragazza si cercano nello spazio oscuro delle gallerie della metropolitana dove entrambi viaggiano, o hanno viaggiato, tra realtà e finzione.