"Contro l'idea che le dittature di destra fiorite tra le due guerre abbiano configurato poco più che una "parentesi" nella storia dei paesi che le espressero e sperimentarono, questo libro accetta l'ipotesi, ben più fondata, secondo cui fascismo e nazismo costituirono realmente due regimi, fin che si vuole "reazionari", a base di massa, innovativi e continuativi a un tempo rispetto alle tradizioni di potere economico e di dominio politico che erano state caratteristiche della loro storia passata almeno a partire dall'ultimo Ottocento. Accolta questa premessa, l'autore si concentra sull'oggetto principale del suo studio (l'antifascismo popolare più o meno spontaneo) e sul "caso" vicentino piegando la ricerca ad un compito apparentemente paradossale quale quello di spiegare, con i meccanismi dell'omologazione e del consenso, con l'evoluzione della lotta politica e della vita economica ecc. le vicende, ignorate di norma anche dalla storiografia di ispirazione antifascista di tutti coloro che del regime furono gli effettivi oppositori e che da esso vennero costantemente "sentiti" come tali, ossia come un pericolo da prevenire o da reprimere..." (tratto dalla presentazione in quarta di copertina)