Il volume propone un itinerario attraverso le diverse dimensioni distruttive del lavoro: lo spreco o la mancata utilizzazione dei prodotti, la minaccia dell'annientamento nucleare, il diffondersi del lavoro "apparente", privo di utilità pratica.
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Il percorso si chiude con l'ipotesi che il lavoro sia destinato a perdere la sua centralità nella vita individuale e sociale, a favore di attività non strettamente economiche, esterne al mercato, aventi per oggetto beni privati autoprodotti o beni sociali immateriali.