Memoria familiare, nostalgia dell’infanzia, romanzo autobiografico. “Un filo d’olio” è tutto questo. E anche un ritratto della Sicilia anni Cinquanta in una famiglia dell’aristocrazia terriera. Ora è il ricordo autobiografico che si fa protagonista in uno scenario, quello della casa di campagna, dove l’autrice ha trascorso le estati della sua infanzia e giovinezza.
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Si chiama Mosè il luogo, un'antica masseria che ha resistito alla guerra. Simonetta rivive e racconta quelle estati, i riti del viaggio, l’arrivo, le visite, i cugini. E nel racconto affiora il lessico familiare, i parenti e le loro mille storie, i contadini, la servitù. Fra i ricordi più vivi quelli legati ai riti del cibo e della sua preparazione, piatti legati alla tradizione familiare e ai segreti mai svelati. E sono le ricette della sorella Chiara, che incorniciano ogni capitolo di questo affresco, dal caffè dal profumo speziato, riservato alle occasioni speciali, alla tuma tiepida e croccante.