«Questa sera il mio fratello Bruno voleva a corere per le scale e cade a tera. Fortuna che non si e fatto male». Cominciano così i pensieri che il piccolo Luigi Meneghello annotava nel suo diario. Lo scrittore di Malo aveva sei anni, era l'aprile 1928, la sua lingua era incerta e incespicava nel dialetto veneto, che poi sarebbe diventato parte integrante della sua lingua letteraria.
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Il diario riproduce integralmente la grafia del piccolo Gigi.