Gabriele Del Grande scrive “Il Mediterraneo che sarà” dopo dieci anni di inchieste sul tema. Il giornalista conferma che la rotta libica va chiusa ed è ora di dire basta alle tragedie in mare e basta dare soldi alle mafie libiche di contrabbando. Forse è giunto il momento di sognare un Mediterraneo a sbarchi zero.
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Perché tutti guardiamo all’Africa come al continente della disperazione, sovranisti e umanitaristi compresi, ma i dati delle economie africane stanno raccontando un’altra storia, una storia di fermento economico, sociale e culturale, dove la fuga verso l’Europa diventerà sempre più minoritaria, mentre aumenteranno le richieste di mobilità internazionale da parte di profili molto qualificati come studenti, professionisti e coloro che fanno parte dell’emergente classe media. Forse allora è arrivato il momento di aggiornare la nostra visione del mondo con una nuova politica pragmatica e al passo con i tempi, una politica in cui non ci sono muri ma nemmeno assistenzialismo, dove il lavoro è l’unica leva per l’integrazione. L’Italia però da sola non ce la può fare, serve tutto l’aiuto possibile dall’Europa e dagli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. “Il Mediterraneo che sarà” racconta un tema molto controverso, proponendo una soluzione che vada oltre le logiche della costruzione dei muri e dell’assistenzialismo.