Per alcuni cosacchi sono un romantico popolo di nomadi, nati in sella a un cavallo per vivere combattendo, un simbolo di libertà irreperibile. Per altri sono cavalieri dell'apocalisse, ribelli irriducibili che scossero dalle fondamenta la dinastia dei Romanov, feroci strumenti della repressione zarista.
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La verità non si trova a metà strada tra queste due visioni, sostiene John Ure, perché entrambi gli estremi sono veri.